Il Bonet, l’antichissimo budino della tradizione piemontese

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Uova, zucchero, latte, cacao, liquore e amaretti secchi sono gli ingredienti che costituiscono il Bonèt, pronunciato in piemontese bunet, ovvero uno dei dessert più antichi (e più buoni) della tradizione gastronomica del Piemonte.

 

Il Bonèt, per il metodo di preparazione e di cottura, appartiene alla grande famiglia delle “Crème caramel”, un tipo di creme diffusa in tutta Europa e di cui fa parte ovviamente anche la famosissima crema catalana. Le origini del Bonèt piemontese sono molto antiche, ma la sua data di creazione è incerta. Si parla di dessert simili già a partire dal XIII secolo.

 

Anche l’origine delle parola “Bonèt” è alquanto incerta con numerose versioni che si sono succedute nel tempo. In piemontese la parola Bonèt indica un cappello o berretto tondeggiante portato dagli uomini delle campagne, la cui forma ricorda quella dello stampo di rame e di alluminio in cui viene cotto il dessert.

 

Sull’origine del nome di questo delizioso dolce piemontese c’è anche un’altra ipotesi, più curiosa e più accreditata nelle Langhe, zona in cui il dolce è nato. Questa versione vuole che il dolce sia stato chiamato così non perché il suo stampo assomigliasse a un cappello, ma perché servito alla fine del pasto: il bonet era il “cappello” a tutto ciò che si era mangiato, ossia il gran finale. Questo perché all’epoca prima di uscire, di casa o da un locale, il cappello era l’ultima cosa che si indossava dopo gli altri indumenti. Il coronamento insomma di un pasto tradizionale.

 

Il Bonèt era il dolce del giorno di festa, quello preparato con cura dalle nonne nei forni a legna e che appariva sulle tavole alla fine del pasto per la gioia dei più piccoli e anche dei più grandi. Il budino veniva messo a cuocere nel forno smettendo di aggiungere la legna per fare in modo che il calore residuo cuocesse lentamente il budino che risultava pronto quando era rappreso e veniva poi servito freddo il giorno successivo. Il bonèt tradizionale piemontese non era a base di rum come oggi, ma di Fernet, poiché terminato il pasto, il Fernet si diceva aiutasse la digestione.

 

La ricetta, fatta di ingredienti semplici e genuini, subisce a seconda delle zone del Piemonte alcune variazioni. A parte gli ingredienti base infatti (uova, zucchero, latte, rum, cacao e amaretti secchi), in alcune ricette vengono aggiunte le nocciole del tipo tonda gentile delle Langhe, il caffè oppure il cognac al posto del rum.

 

Sebbene le origini siano incerte, quello che è certo è la bontà di un dolce della tradizione che continua ancora oggi a chiudere i pranzi e le cene importanti dei torinesi e che che si trova quasi sempre in cima alla lista dei dessert dei ristoranti di cucina tipica piemontese a Torino.

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