Il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino

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Nel Palazzo degli Istituti Anatomici dell’Università di Torino ha sede, dal 2009, il Museo di Antropologia Criminale, voluto e fondato nel 1876 da Cesare Lombroso (1835-1909). Anche se da tempo la sua teoria è del tutto abbandonata – in quanto totalmente infondataLombroso è considerato il padre dell’antropologia criminale perché, seppur con metodi e risultati per noi oggi discutibili, fu il primo a cercare di dare una definizione e un approccio empirico-sistematico allo studio della criminalità e a capire l’importanza della balistica, cioè, dello studio degli effetti dei proiettili sulle persone e sugli oggetti.

 

Basandosi sulla fisiognomica, ossia sulla pseudoscienza che pretendeva di capire il carattere e l’etica delle persone solo dal loro aspetto fisico, in particolare dai lineamenti del volto, Lombroso credeva che determinati tratti fisici fossero tipici solo dei criminali o dei “pazzi”. Un mento pronunciato, una fronte poco spaziosa, una determinata forma del cranio, ecc. venivano così a costituire la prova della follia, della colpevolezza o della presunta inclinazione a delinquere di un individuo. Lombroso arrivò persino ad applicare le sue teorie nella pratica forense, sostenendo a un certo punto che la pena di morte fosse l’unica soluzione agli istinti criminali, istinti per lui innati e quindi non modificabili né eliminabili.

 

Il museo, unico al mondo nel suo genere, è una collezione di 4000 pezzi: crani e cervelli di persone mentalmente instabili e di criminali, corpi del reato, foto, preparati anatomici, prodotti artigianali realizzati da prigionieri e da pazienti dei manicomi criminali, disegni, impronte, un migliaio di resti umani, oggetti trapassati da proiettili. Questi reperti provengono da tutto il mondo. Non sono, infatti, solo il frutto della collezione che Lombroso in persona iniziò nel 1859, ma molti di questi pezzi gli furono inviati da suoi studenti e ammiratori.

 

Ricordiamo, tra i pezzi più importanti della collezione, 150 teschi di criminali sardi, 250 di criminali piemontesi e 100 di malati mentali. Lombroso, infatti, prestava servizio nell’esercito piemontese e, durante la sua carriera a Torino, Pavia e Pesaro, poté misurare crani e procurarsi cervelli e teschi. I metodi che usava non erano sempre convenzionali, ad esempio, non disdegnava la profanazione delle tombe pur di procurarsi oggetti di studio che confermassero le sue ipotesi di atavismo criminale (vale a dire, si è criminali solo per nascita, e non per fattori sociali, ambientali, educativi).

 

Tra i reperti della collezione lombrosiana, vale la pena ricordare il cranio di Giuseppe Vilella, un criminale calabrese. È un pezzo importante perché in esso Lombroso riconobbe quegli aspetti somatici che gli fecero sostenere che il delinquente nasce tale: il criminale è diverso dalla persona “normale” perché possiede anomalie fisiche che lo spingono al crimine. In parole semplici, l’aspetto fisico, come una malattia ereditaria, condiziona e determina le azioni.

 

Molti dei resti umani di questo museo sono oggi oggetto di contese legali perché si vorrebbe dare loro una degna sepoltura. Lo stesso Lombroso donò il suo corpo alla scienza: scheletro, volto, cervello e cuore si trovano proprio in questo museo.

 

Nel Museo è inoltre possibile visitare il suo studio, ricostruito esattamente così com’era quando Lombroso era vivo.

 

Informazioni Pratiche

 
Indirizzo:
Via Pietro Giuria,15 – 10126 Torino
 

Orario:
Dal lunedì al sabato, dalle 10.00 alle 18.00
 

Tariffe:
Biglietto intero: 5 €
Biglietto ridotto: 3 € (età tra i 12 e 18 anni, over 65 e tesserati FAI)
Gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte e per i possessori della Torino+Piemonte Card. L’ingresso è inoltre gratuito tutti i mercoledì dell’anno.
 

Gli orari e le tariffe potrebbero subire variazioni nel tempo. Per ulteriori informazioni su prezzi, riduzioni potete consultare il sito del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino.

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