Il fascino delle gallerie coperte di Torino è innegabile. Questi “passaggi” tra i palazzi coperti da vetri che lasciano passare la luce del sole illuminando i bellissimi interni sono una curiosità architettonica che fa parte della storia del capoluogo piemontese. Le gallerie torinesi riprendono i famosi passages francesi presenti nel Paese d’oltralpe sin dal XVIII secolo e la cui costruzione iniziò nella città sabauda solo a partire dalla seconda metà del 1800.
La prima galleria di Torino fu voluta dal marchese Natta d’Alfano che commissionò la costruzione all’architetto Barnaba Panizza nel 1856. La galleria, che portava il nome del marchese, fu purtroppo demolita durante i lavori di sventramento di via Roma nel 1930. Ancora nel 1888 fu costruita in via Roma, su progetto di Camillo Riccio, la Galleria Nazionale. Anche quest’ultima, che seguiva gli stessi canoni architettonici delle altre, fu abbattuta a causa dei lavori di ricostruzione di via Roma.
Essendo coperti, proprio come i portici, questi passaggi consentivano, perlopiù ai nobili del tempo, di passeggiare tranquillamente anche nelle giornate di pioggia. Al loro interno si trovavano boutique per lo shopping, caffè, cinema e molto altro. Una piccola curiosità: una delle gallerie torinesi fu sede per diversi anni di un ospedale.
Di questo patrimonio architettonico e culturale che caratterizza, insieme ai famosi portici e alle grandi piazze, la città di Torino rimangono oggi tre grandi esempi.
Le 3 gallerie coperte di Torino: i “passage” parigini nel cuore della città sabauda
La Galleria Subalpina
Il nome ufficiale di questo passage torinese è “Galleria dell’industria Subalpina” poiché le spese per la sua costruzione furono coperte dalla Banca dell’Industria Subalpina. Oggi è però meglio conosciuta dai torinesi semplicemente con il nome di Galleria Subalpina. L’edificio, dal tipico stile ottocentesco, è forse uno dei simboli più caratteristici della città. Al suo interno si trovano il Cinema Romano e Baratti e Milano, rispettivamente uno dei cinema e uno dei caffè più antichi del capoluogo piemontese. Nella galleria, inoltre, sono state girate alcune scene del film “Quattro Mosche di Velluto Grigio” di Dario Argento.
Indirizzo: Piazza Castello – via Cesare Battisti, 11
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La Galleria Umberto I
La storia di questa galleria ha oltre mezzo secolo. L’area infatti fu sede dell’Ospedale Mauriziano, il più grande ospedale della città di Torino dell’epoca, qui situato dal 1575 fino al suo trasferimento nella nuova sede di Corso Stupinigi. Attualmente la galleria ospita diversi negozi e attività con anche locali dove poter pranzare, cenare o fare un aperitivo. La galleria è stata, tra l’altro, anche set cinematografico di alcuni importanti film tra cui “Trevico-Torino: Viaggio nel Fiat-Nam”, film di Ettore Scola girato nel 1973 e “Così ridevano”, film del 1998 di Gianni Amelio.
Indirizzo: Via della Basilica – 10122 Torino / Piazza della Repubblica – 10122 Torino
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La Galleria San Federico
Costruita negli anni Trenta del Novecento come terza grande area commerciale coperta da aggiungere alle già esistenti Galleria Subalpina e Galleria Umberto I, la Galleria San Federico con le sue ampie vetrate, la struttura a “T” e le colonne e volte in marmo pregiato è sicuramente un’altra delle bellezza torinesi assolutamente da vedere. La galleria fu la prima sede storica del quotidiano La Stampa. Al suo interno si trova il cinema Lux, una delle più antiche sale cinematografiche della città sabauda. Anche qui è arriva la macchina da presa di Dario Argento che, proprio nella Galleria San Federico, ha girato alcune scene di Profondo Rosso.
Indirizzo: Si può accedere alla Galleria San Federico da Via Roma, Via Bertola e Via Santa Teresa
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