Il Piemonte è tra le regioni d’Italia con il più alto numero di siti ebraici ancora conservati e visitabili. Tra questi c’è la Sinagoga di Torino, il tempio israelitico costruito in seguito dell’abrogazione del ghetto, avvenuto con lo Statuto Albertino del 1848. Oggi, la Sinagoga di Torino, che si trova nel multietnico quartiere San Salvario in piazzetta Primo Levi, raffigura il luogo di culto principale per tutta la comunità ebraica presente nel capoluogo piemontese.
L’edificio poté essere costruito solo nell’Ottocento, vero e proprio momento di svolta in quella che è stata la lunga travagliata storia degli ebrei piemontesi. La costruzione della Sinagoga di Torino, simbolo della rinascita, fu possibile soltanto grazie ai moti risorgimentali e al conseguente diffondersi di idee liberali e alle concessioni della monarchia sabauda. Difatti, nel 1848 gli ebrei ottennero l’emancipazione e nel 1861, per festeggiare la possibilità di uscire finalmente dal ghetto dove erano fino ad allora confinati, decisero di erigere il nuovo edificio di culto.
Per la realizzazione del Tempio, la comunità ebraica di Torino di allora si rivolse dapprima all'”archistar” dell’epoca, Alessandro Antonelli, affinché potesse dar luce a una costruzione grandiosa. A causa delle grandi dimensioni del progetto, i costi della realizzazione del Tempio divennero subito troppo elevati e la comunità ebraica decise di vendere al comune di Torino la struttura. Con il ricavato della vendita decisero quindi di realizzare una sinagoga di dimensioni ridotte e costo più contenuto.
Il progetto della nuova Sinagoga di Torino fu affidato all’architetto Enrico Petiti. Il 16 febbraio del 1884, dopo quattro anni di lavori, l’edificio fu finalmente inaugurato. Petiti realizzò una struttura a pianta rettangolare e con massicce dimensioni: sui suoi quattro angoli si erigono altrettanti grandi torrioni alti 27 metri e sormontati da cupole a cipolla. Affinché si distinguesse dagli altri edifici religiosi presenti a Torino, il Tempio israelitico fu realizzato in neo-moresco, uno stile architettonico già utilizzato per la costruzione di altre sinagoghe.
Al suo interno la Sinagoga torinese ospita una sala lunga 35 metri, alta 16 e larga 22 e in grado di ospitare circa 1.400 persone. Il soffitto a cassettoni e le ricche decorazioni interne completavano questo particolare edificio religioso del capoluogo piemontese. Purtroppo però, durante un bombardamento su Torino avvenuto il 20 novembre del 1942, il Tempio subì ingentissimi danni. L’interno fu dunque ridecorato e ricostruito nel 1949.
Oggi il Tempio, troppo grande rispetto alle dimensioni della comunità ebraica della città, viene usato da quest’ultima soltanto in occasione delle festività più importanti. Per le funzioni giornaliere venie usato il Tempio Piccolo, una suggestiva sinagoga con la forma ad anfiteatro tipica dell’epoca precedente all’emancipazione e costruita nel 1972 nei locali sotterranei un tempo adibiti alla cottura delle azzime. Al suo interno dettagli e decorazioni ricche di storia e curiosità come la Tevà barocca decorata in lacca azzurra e oro e l’Aron, anch’esso realizzato in barocco piemontese e di colore dorato con colonnine in simil marmo azzurro sostenute da capitelli corinzi.
È possibile visitare la Sinagoga di Torino, così come gli altri templi e i cimiteri ebraici presenti sul territorio piemontese, grazie alle visite guidate organizzate dalla Comunità Ebraica di Torino.
Informazioni Pratiche
Indirizzo:
Piazzetta Primo Levi, 12 – 10125 Torino
Visite guidate:
Per prenotazioni e maggiori informazioni sulle visite potete visitare il sito ufficiale della Comunità Ebraica di Torino.