In pochi sanno che anche il Piemonte ha la sua Stonehenge, un complesso di pietre antiche risalenti a diversi millenni. A Cavaglià, piccolo borgo in provincia di Biella vicino al lago di Viverone, si trovano infatti 11 menhir disposti in maniera circolare a formare il cosiddetto “Cromlech”. Si tratta del cerchio di pietre più grande dell’intera regione piemontese. La Sovrintendenza di Torino li ha datati al 4.000/5.000 a. C. grazie al ritrovamento di calcare nelle coppelle degli stessi monoliti.
Sfortunatamente, l’incuria anche questa volta ha compromesso un luogo dall’alto valore simbolico, storico e culturale. Oggi, questo luogo antico e mistico è infatti circondato da abitazioni. Inoltre, tra gli anni ’70 e ’80, per consentire i lavori di costruzioni delle case i menhir sono stati spostati dalla loro posizione originaria ed ammassati poco lontano.
Sono rimasti così fino al 2005, quando il comune insieme ad un gruppo di persone che avevano a cuore il patrimonio culturale di questa piccola stonehenge piemontese, hanno segnalato alla Soprintendenza ai Beni Archeologici della regione Piemonte lo stato di completo abbandono in cui si trovavano questi monoliti.
Grazie al lavoro di Luca Lenzi, studioso torinese, e di alcune associazioni locali, tra cui Anticaquercia di Biella e il Gruppo Archeologico Canavesano i menhir sono stati rimessi in cerchio anche se purtroppo non è stato possibile ricollocarli nel luogo originario né nella posizione esatta. Sulle pietre sono state inoltre ritrovate alcune lavorazioni primitive di incisioni cruciformi e di una coppella.
Oggi è possibile ammirare questi menhir millenari all’ingresso del paese, in prossimità della rotonda della statale Santhià – Biella in un’area risistemata e recintata.
Anche se la posizione non è più quella originale, questo complesso di pietre antiche conserva ancora il suo fascino ed il suo mistero. Se vi trovate in zona o se siete degli appassionati fateci un salto per ammirare questa costruzione che rimanda al complesso e mistico fenomeno del megalitismo.